
Il percorso di counseling individuale è forse l'applicazione più frequente di questa forma di relazione d'aiuto.
Spesso l'approdo al counseling segue la rotta tracciata da una domanda interiore, che all'improvviso risuona con una certa urgenza. L'appello può restare vago, come un fastidioso rumore di fondo. Altre volte, invece, si materializza con una richiesta precisa e difficilmente rimandabile. In tutti i casi, c'è qualcosa che disturba: un ostacolo imprevisto, un cambiamento che impone nuove strategie di organizzazione del quotidiano, una decisione sofferta da prendere, una crepa nel dialogo con qualcuno, che per non minacciare tutto l'edificio del rapporto vuole un restauro, magari anche in tempi rapidi.
Tappe e caratteristiche del counseling individuale
In questi momenti di passaggio, quando il terreno sembra friabile e si perdono di vista gli appigli e le luci di segnalazione, il counseling è uno degli strumenti che aiutano a trovare dentro di sé le risorse per affrontare la crisi contingente e stabilire un nuovo equilibrio.
Il primo contatto: mi può servire il counseling?
Il canale del primo contatto con un counselor è in genere una telefonata o un messaggio mail nei quali la persona interessata al percorso anticipa il motivo che la spinge ad affacciarsi al counseling. La scelta del mezzo dipende dalla sensibilità individuale. La scrittura consente di soppesare le parole, risente meno dei vincoli di spazio e tempo (si può decidere di inviare una mail in tarda serata, approfittando del silenzio e della tranquillità che l'agenda giornaliera non sempre concede) e non prevede una sincronia tra richiesta e risposta: per tante persone è la via preferibile. La conversazione telefonica d'altro canto permette uno scambio più intimo e più profondo: molti clienti percepiscono che ci può essere affinità o, al contrario, scarsa compatibilità con il counselor dal tono della voce che parla dall'altro capo della cornetta, dalle vibrazioni emotive che trasmette, dal suo timbro e dal suo colore.L'incontro iniziale: ci conosciamo
Nell'incontro "zero" il cliente da un lato ha modo di raccontare il suo vissuto, esplicitando la domanda che lo porta al counseling o il tema che ritiene importante affrontare, dall'altro raccoglie informazioni e impressioni sul professionista a cui si è rivolto. E' in questa sede che può formarsi il primo embrione di quell'alleanza di lavoro che costituisce il presupposto fondamentale per il successo del percorso. Il counselor, dal canto suo, illustra il modello teorico che ispira il proprio approccio e ha la possibilità di verificare se la richiesta è coerente con i principi e le finalità del counseling o se invece è opportuno consigliare alla persona il confronto con un'altra figura professionale.L'avvio della relazione: le regole del gioco
Una volta appurata la compatibilità dell'argomento che la persona intende esplorare con gli intenti del counseling, si concorda l'inizio vero e proprio del percorso. In genere, un ciclo di counseling si articola in 10-12 incontri, a cadenza settimanale della durata di circa 50 minuti ciascuno. L'orario e il giorno della settimana vengono stabiliti conciliando le preferenze del cliente con la disponibilità del counselor.I colloqui si svolgono in un ambiente riservato e protetto dal segreto professionale.
La stanza del counseling può avere dimensioni e arredamento variabili, ma quasi sempre ospita un paio di sedie o poltrone che si fronteggiano e un piccolo tavolo d'appoggio a regolare la distanza tra le due: la costante di un "setting" che rimarca il piano paritario del dialogo.
Sulla via: l'impegno reciproco di counselor e cliente
In un percorso di counseling individuale entrambi i protagonisti investono energie nella relazione. Il counselor si dispone all'ascolto dell'altro, orienta attitudini, competenze ed esperienza alla comprensione dei suoi valori e delle sue necessità, aiuta a circoscrivere l'obiettivo da raggiungere e imposta il programma di lavoro. Al cliente si chiede di partecipare con motivazione e sincerità. Il rispetto della puntualità e degli accordi da parte di entrambi è un elemento fondamentale per la riuscita del percorso.Verso la conclusione: la verifica dei risultati
Negli incontri sono inclusi momenti di monitoraggio, in cui counselor e cliente riflettono insieme sugli avanzamenti progressivi rispetto al piano del lavoro e all'obiettivo che hanno condiviso. A volte è necessario tornare alla mappa iniziale del viaggio e ricalibrare la direzione del percorso. In altri casi, le verifiche sono conferme che traghettano verso la conclusione.Il momento del saluto, che chiude anche simbolicamente il ciclo di incontri, è preparato dalle attività dell'ultima parte del percorso, dedicata a puntellare le conquiste della persona. Che uscirà dal counseling con una consapevolezza nuova, con qualche risposta e magari anche con nuove domande, perché la vita non si ferma. Per fortuna.